venerdì 29 novembre 2013

Forse è stato il caso...

Forse è stato il caso che, volendomi umano ma non volendo sacrificare le ali a cui tenevo, mi ha reso qualcosa che mi portasse comunque alle più alte quote e osservare più lontano oltre la realtà e ancora più in fondo ad essa: ali di fantasia, la mia libertà oltre la gabbia della ragione. Non ci sono sbarre che possano rassegnare un aquila. ~ Fabio Privitera

sabato 23 novembre 2013

Ognuno di noi fa le sue esperienze.

Ognuno di noi fa le sue esperienze, ne trae le conclusioni ma sono sempre e solo risposte provvisorie, estemporanee, che altre esperienze ed altri fatti possono smentire. Sta a te scegliere in rapporto a quello che senti dentro, a quello che ti fa stare peggio, se l'essere te stesso o l'essere una qualunque maschera o un insieme di maschere. Ognuno sceglie ciò che lo fa stare meglio. Se per te essere te stesso è un prezzo da pagare, bene indossa la maschera... se non vuoi indossare la maschera allora sii te stesso e lascia che gli umori degli altri ti scivolino addosso. Pensi sia un discorso semplicistico il mio? no, non lo è, ci sono passato e finalmente da un paio d'anni riesco a reggere il mio sguardo allo specchio. Tutto sta nel toccare il fondo. La maggior parte della gente non lo vuole toccare, ha paura di infilarci le mani nella melma che ha esecrato, e si accontenta di essere così come gli altri riescono a guardarli, ma non riescono a guardare se stessi, non reggono il proprio sguardo, mentre reggere quello degli altri è abitudine. ~ Fabio Privitera

martedì 19 novembre 2013

Se ci comportassimo come foglie.

Se ci comportassimo come foglie che si fanno trasportare dal vento sentiremmo la vita stessa fluire sotto la pelle e capiremmo come alla fine il vento non è qualcosa che ci obbliga a seguire un percorso ma è il mezzo con cui la vita ci bisbiglia quale sarebbe il percorso migliore, non quello più facile, ma quello migliore. ~ © Fabio Privitera

domenica 17 novembre 2013

Il guaio quando ci innamoriamo.

Il guaio quando ci innamoriamo è che la passione, l'attrazione, il desiderio di coniugare insieme mente e corpo non ci permettono di osservare attentamente attraverso l'altro, di proiettarci al di là del sentimento così da comprendere come sarà la vita in due. Il guaio è che ci si deve frequentare a fondo, attraversare crisi e superarle affinché ci possiamo rendere consapevoli di quanto vuoto ci possa essere tra i confini dell'innamoramento e quelli dell'amore sul quale si vorrebbe essere. Ed è un vero salto nel vuoto in volo. E il guaio è che durante questo volo si può cadere inaspettatamente, e affezionarsi piuttosto che tenere alta la fiamma. E il guaio è che se la fiamma si spegne prima di raggiungere l'altro confine, si resti lì nel limbo dell'affetto che non è più passione e non è diventato amore. ~ Fabio Privitera

giovedì 14 novembre 2013

Molti confondono la semplicità con la banalità, col comune.

Molti confondono la semplicità con la banalità, col comune. Essere semplici non vuol dire essere comuni, banali. Vuol dire aver trovato la giusta consapevolezza di quale sia la propria distanza tra coscienza ed emozione. È questo che rende unici, poiché tale consapevolezza è propria e distinta per ogni essere umano. L'essere complicati invece banalizza, piuttosto che simili, ci presenta come una personalità dissolta, poco definibile, confusa tra quelle di mille altri. Nulla di diverso da ciò che fa l'entropia nel disperdere le informazioni. E tutto sta nell'essere riusciti a cogliere la distanza tra ciò che si sa di volere e ciò che infine si tende a volere spinti dall'emozione del momento. Ecco, questo non è semplice, ma il raggiungere questa semplicità ci rende unici. ~ Fabio Privitera

mercoledì 13 novembre 2013

Noi non guardiamo la verità.

Noi non guardiamo la verità, ma solo la proiezione di ciò che la nostra mente si è abituata a riconoscere come verità. La mente si avvale del pregiudizio per riconoscere il simile, ma ciò non basta a fargli distinguere il differente. ~ Fabio Privitera

martedì 12 novembre 2013

Un giorno mi incrocerai per strada.

Un giorno mi incrocerai per strada. Non sarà neanche una strada della nostra città. Il caso è così, incoerente nei suoi principi ma saggio nelle proprie decisioni. Mi incrocerai e volgerai lo sguardo altrove e non saprai mai quanti passi ho davvero fatto dopo essere caduto e averti trascinato con me. Da allora sono passati anni. Da allora mi sono alzato più volte e oramai ho imparato a non inciampare e a riconoscere i terreni cedevoli. Ti incrocerò e anche io continuerò a camminare, senza voltarmi però, mantenendo gli occhi sulla mia strada, perché altrimenti dovrei fermarti e dirti grazie, ma tu non capiresti per cui meglio lasciarti nella tua vita, e non dirti che senza il tuo odio io non ce l'avrei fatta. - Fabio Privitera

lunedì 11 novembre 2013

I legami esistono già altrove.

I legami esistono già altrove, oltre lo spazio e il tempo. Ciò che vedi, ciò che tocchi, ciò che ascolti nella folla è solo una parte della realtà, al di là della quale le anime si sovrappongono l'una all'altra, e quelle che si somigliano si trovano già intrecciate tra loro. Nel silenzio e nel buio a volte possiamo sentirle, e a volte la vita ci permette anche di riconoscerle e ritrovarle nello spazio in cui normalmente camminiamo. ~ Fabio Privitera

sabato 9 novembre 2013

Accade di ritrovarsi con gli occhi su una persona che somigli a quella che risiede assiduamente nei nostri pensieri. No, non sono solo gli occhi. Quando camminiamo per strada incrociamo decine di profumi, e ci voltiamo, spesso sconcertati, un po' intimiditi, per scoprire il viso del portatore. Di profumi non ce ne sono poi molti, non sono come gli odori personali, che caratterizzano ognuno. Il profumo copre l'odore personale, lo rende equivoco e confonde. Così, imbarazzati dall'abbaglio ci rifugiamo nella nostra mente e allarghiamo il ricordo. Una sensazione corrente funziona come una lente di ingrandimento su quei pensieri che la mente è riuscita a portare sul fondo ma che stanno lì in attesa che qualcosa nel mondo li riporti in superficie e, come un sasso gettato su essa, si espandano fino a raggiungere i margini della nostra coscienza. ~ Fabio Privitera

martedì 5 novembre 2013

Le persone cambiano.

Le persone cambiano, ma quando il cambiamento è in positivo per se stessi e per gli altri è meglio dire che le persone divengono ciò che già sono, intendendo con ciò quello che è insito nel loro potenziale umano. Noi conosciamo noi stessi tramite le esperienze esterne e le sensazioni interne che queste ci producono. Una sorta di scambio tra la coscienza che prende atto di quello che sta accadendo e regola l'atteggiamento in base a quanto abbiamo imparato in precedenza, ai desideri e alle credenze, è l'inconscio che possiede una sorta di mappa interiore della propria "morale d'azione interiore", vale a dire come lei agirebbe a prescindere dalla presa d'atto di coscienza. È questa a provocare le emozioni positive o negative, premendo sulla "membrana" che la separa dalla coscienza affinché si adegui alla morale interiore. Così quando la coscienza ci porta ad agire secondo la morale d'azione inconscia, ci sentiamo bene, appagati, felici, propositivi e in grado di proseguire verso la direzione del nostro vero essere, del divenire. In caso contrario diventiamo frustrati e ansiosi, incapaci e anzi indifferenti alla necessità di comprendere gli altri. L'ego prende il sopravvento, la parte desiderativa devasta i sogni dell'intuito, così ci allontaniamo dal nostro essere, invece di sfociare al mare della conoscenza interiore, risaliamo la corrente fino a perdere le forze e la volontà d'affrontare le occasioni della vita. L'equilibrio è questo, non è non compiere errori, non è l'essere perfetti, ma la presa di coscienza che le nostre emozioni non sono solo il riflesso di quanto accade all'esterno, ma la necessità del nostro intuito ad agire per il meglio secondo la propria morale. ~ Fabio Privitera

domenica 3 novembre 2013

Credere è in fondo molto facile... provate a sentire, provate a togliere realmente ogni forma di filtro soggettivo, di parvenza allora i vostri sensi vedranno ciò che la vostra mente non riesce. I sensi infatti rispondono alla fisica e alla chimica, sono la proiezione della realtà oggettiva, seppure limitata dal tipo di tecnologia col quale sono costituiti. E quando tutte queste informazioni arrivano alla mente che tutto cambia, che tutto viene messo in rapporto con quanto si conosce già e allora le sfumature vengono scartate come semplici errori rispetto alla media standard attesa. Non siamo alla fine noi a credere, ma la nostra mente a indurci a credere piuttosto che sentire. ~ Fabio Privitera