lunedì 7 ottobre 2013

Un passo senza dove.

Si dice, o forse è solo un mio pensiero, che si debba iniziare qualcosa quando ci si senta pronti. Non è stato così nell'arco dei miei anni. Per eccesso di sicurezza mi spingevo in qualcosa ritenendo di aver già finito prima ancora di cominciare. Rileggendo la propria storia, però, si trovano sempre dei punti ben precisi. Punti di svolta, o delle premesse al futuro lette sempre con il senno di poi e interpretate in funzione di ciò che si conosce già e non di quanto davvero accadrà. Qui, immagino, si trovi la ragione del mio divenire ancora più curioso di quanto mi accadesse attorno, del voler cogliere nel presente i semi del futuro. Che cosa contengono questi semi? Contengono un infinito rigoglioso di possibilità, di frutti ma anche di miserie. Ciò che conta, alla fine, non è pensare a cosa avverrà nel futuro, ma a cogliere questi semi senza pretendere di prevederne il contenuto o di sperare nelle piante e nei frutti che da essi si genereranno. Amate i segni che trovate lungo il viaggio, non solo le persone ma le esperienze, belle o brutte che siano. Nulla è fine a se stesso se non lo stesso nulla. E allora adesso siamo pronti, iniziamo e cogliamo, non l'attimo ma il continuum presente, il punto d'affluenza d'ogni storia e d'ogni avvenire. Un passo senza dove. ~ Fabio Privitera

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